Umberto Veneziani nasce a Firenze il 6 agosto 1868 da Cleonte e Giovanna Wagenkneat. Diplomato in ragioneria, supera il concorso indetto dalla Congregazione di Carità di Milano e il 4 giugno 1894 è assunto come Aggiunto in “via di prova” presso la Pia Casa degli Incurabili di Abbiategrasso; confermato in ruolo per “capacità ed attività” dimostrate, affianca il direttore Romano Valori nella gestione dell’Istituto fino al 1906: in quell’anno viene promosso “per merito e per ordine di grado” I ispettore del Ricovero di Mendicità e si trasferisce a Milano con la moglie Rosolina Carabelli.
Quattro anni dopo, grazie alla competenza acquisita e alle “note capacità e zelo nell’adempimento dei propri doveri”, gli è affidata la direzione della Pia Casa di Abbiategrasso. Durante a sua gestione provvede a garantire adeguato supporto agli ospiti e a migliorare la loro condizione sociale: in particolare modifica l’alimentazione dei ricoverati, introducendo nuovi cibi, polenta, carne equina, pesce e “cioccolatta”, scelta che si rivelerà particolarmente valida durante il primo conflitto mondiale per equilibrare la dieta alimentare degli ospiti in seguito al razionamento dei quantitativi di latte e farina assegnati all’Istituto. Con l’autorizzazione del Consiglio incentiva la coltivazione degli orti e nella primavera del 1920 sostiene la proposta dell’Ispettore Carlo Tagliabue di avviare, in via sperimentale, l’allevamento delle carpe nell’ortaglia dell’Annunciata, attività che proseguirà nel tempo per i soddisfacenti risultati conseguiti. Affida ai degenti la gestione diretta del “botteghino del caffè”, modifica il regolamento interno dell’Istituto per agevolare l’assegnazione di permessi d’uscita ai ricoverati e per consentire agli infermi, obbligati a restare nel ricovero, di ricevere visite più frequenti dai parenti; incrementa le postazioni telefoniche della Pia Casa e adegua i servizi di igienizzazione per contenere il diffondersi dell’epidemia di Spagnola e della tubercolosi.
Designato dal 1 settembre 1921 Direttore del Ricovero di Mendicità (che dal 1922 assumerà il nome di Istituto Inabili a lavoro), si trasferisce nuovamente a Milano, dove apporta miglioramenti funzionali alle due sedi dell’istituto: provvede alla sicurezza igienico – sanitaria, alla vigilanza nei dormitori, introduce nuove lavorazioni nei laboratori interni e la revisione delle tariffe di manodopera degli ospiti impiegati. Dal 1926 Veneziani attua le procedure necessarie per il trasferimento dalle due sezioni di San Marco e della Senavra alla sede unica di piazzale Bande Nere dei degenti e degli arredi, promuovendo anche la stampa di una serie di cartoline con vedute del nuovo istituto, a scopo informativo – pubblicitario. Negli anni successivi sollecita ripetutamente la Presidenza perché intervenga presso il Comune per l’assestamento e l’illuminazione delle strade d’accesso all’Istituto, si fa carico delle richieste dei dipendenti per cercare abitazioni nelle vicinanze della sede; ottiene dal Consiglio l’approvazione per attuare “in modo rapido ed economico” gli adeguamenti necessari agli impianti e ai giardini, fornisce il complesso di un apparecchio radio ricevitore e di un inceneritore di rifiuti e di medicazioni usate, richiede la giurisdizione parrocchiale per la chiesa del ricovero, dispone il riordino dell’archivio e si accorda con la Federazione provinciale fascista perché l’Istituto sia remunerato per la preparazione dei pasti da distribuire ai poveri, nell’ambito del progetto Rancio del popolo. Attento alle attività ricreative degli ospiti sollecita la costruzione di un piccolo teatro interno, istituisce una sala di scrittura ad uso dei ricoverati e incentiva il funzionamento della biblioteca interna.
Dopo il pensionamento, nel gennaio 1934 si trasferisce definitivamente con la moglie ad Arma di Taggia (Imperia), dove muore il 7 maggio 1945.
(testo di Lorenza Barbero)