Santo Brasca, figlio di Matroniano Brasca e Margherita Rozio, nacque a Milano, verosimilmente nella seconda metà del 1444 o nella prima metà dell’anno seguente. All’età di circa vent’anni iniziò una prestigiosa carriera in qualità di funzionario della Cancelleria delle Entrate ordinarie del Ducato di Milano; fu nominato coadiutore da Francesco Sforza (1464) e cancelliere da Galeazzo Maria Sforza (1476).
Nel corso del 1480 intraprese un lungo e avventuroso pellegrinaggio in Terrasanta del quale nell’anno seguente fece stampare un resoconto tratto da un diario tenuto durante il tragitto. La narrazione descrive luoghi visitati a Venezia prima della partenza, i pericoli vissuti dai partecipanti al viaggio e la visita a Gerusalemme e al Santo Sepolcro, con escursioni al Giordano e al Mar Morto, e il ritorno con soste a Cipro – dove Caterina Cornaro gli concesse l’Ordine della Spada – e a Rodi.
Tra il 1493 e il 1494 svolse il ruolo di ambasciatore del Moro a Lucca, Genova, nel Monferrato e a Innsbruck (in questa occasione insieme al fratello Erasmo, anch’egli ambasciatore) per convincere Massimiliano I a non contrastare l’entrata in Italia di Carlo VIII: nel 1495 (con Baldassarre Pusterla e Gianfrancesco Marliano) fece ritorno in Germania per cercare di accelerare l’investitura imperiale di Ludovico il Moro. Nel 1497 sostituì Erasmo in un’altra ambasciata delicata alla corte dell’imperatore; anche i fratelli Tommaso e Ambrogio operavano nel settore della diplomazia ducale.
Nel 1498 assunse la carica di referendario generale e commissario del Sale ricevuta fin dal 1493 e, dopo un anno di esilio da Milano a seguito della sconfitta del Moro, nel 1500 riassunse il suo ruolo con Luigi XII, riconfermato nel 1512 (quando il nipote Silvio Brasca, figlio di Tommaso, venne dal re designato suo futuro successore). Dopo che gli Sforza tornarono al potere, nel 1515 Massimiliano Sforza lo nominò consigliere nel Senato segreto ducale.
Nel suo testamento, redatto il 14 luglio 1522, Santo Brasca dispose la fondazione del Consorzio di Tutti i Santi, talvolta indicato dalle fonti anche come consorzio del Padre Eterno, presso la chiesa di Santa Eufemia in Milano nella quale, dopo la morte del fratello Erasmo, aveva edificato una cappella per la propria famiglia, oggi non più esistente. Destinò inoltre ai figli dei fratelli Tommaso e Giovanni il proprio danaro e metà della sua casa milanese al fratello Ambrogio, dopo la morte del quale la proprietà avrebbe dovuto passare al Consorzio di Tutti i Santi.
Santo Brasca morì in una data successiva al 10 dicembre 1522 e fu sepolto nella cappella da lui edificata nella chiesa di Santa Eufemia.
(testo di Sergio Rebora)