Esplora l’archivio del Luogo pio della Pessina
La scuola della “Natività della Beata Maria Vergine de la Pessina” risulta attiva già prima dell’8 gennaio 1527 quando venne stipulata una convenzione tra Vincenzo Vimercati, parroco di Santa Maria Segreta, e alcuni nobiles milanesi, riuniti in una confraternita dedicata al culto mariano. Nell’atto vengono narrate le vicende che portarono alla nascita dell’istituzione elemosiniera e che si riallacciano agli episodi miracolosi attribuiti a un’immagine della Vergine dipinta sul muro di una casa “alla Piscina”, nei pressi della chiesa di Santa Maria Segreta. Il clamore suscitato da tali eventi richiamava numerosissimi fedeli, anche da altre parrocchie e con essi offerte e oblazioni che consentirono la costruzione di una cappella nella quale si celebravano quotidianamente messe e altri uffici religiosi. Gli accordi del 1527 consentivano ai confratelli di ultimare l’edificazione della cappella, eleggere il cappellano, amministrare legati, vendere candele e immagini devozionali e raccogliere fondi per la futura costruzione di una chiesa con annesso camposanto per i defunti già iscritti al sodalizio.
Nel 1531 gli scolari riuscirono a entrare in possesso dell’edificio sul quale era affrescata l’immagine miracolosa della Vergine, ma non furono in grado di edificare la nuova chiesa progettata. Nel 1549 il vicario arcivescovile Giovanni Maria Tosi e il governatore Ferrante Gonzaga li autorizzavano quindi a trasportare il dipinto in una cappella dedicata, all’interno della chiesa di Santa Maria Segreta.
La confraternita era governata da un capitolo di dodici deputati, ai quali si aggiungeva un priore, con il compito di assicurare il corretto funzionamento del consorzio. Per quanto concerne le pratiche devozionali, oltre all’adempimento di due messe quotidiane e degli oneri per riti di suffragio, la scuola celebrava due ricorrenze: la festa dell’Annunciata e la Natività di Maria. In merito invece all’attività elemosiniera, era prevista l’erogazione di riso bianco nelle solennità del Natale e della Pasqua.
Nel 1585 i redditi della Scuola della Piscina ammontavano a 500 lire, provenienti dal patrimonio immobiliare ubicato in città: una casa di abitazione nella parrocchia di Santa Maria alla Porta, una bottega con alcune stanze al piano superiore nella parrocchia di Santa Maria Segreta, una casa nella circoscrizione parrocchiale di Santo Stefano in Brolo, un’abitazione nella parrocchia di San Pietro in Vigna, una bottega in Contrada Solata nella parrocchia di San Protaso ad Monacos. Nel 1781 le proprietà si erano ridotte alla casa in parrocchia di Santa Maria Segreta, livellata ai padri Somaschi, a un’abitazione in Porta Tosa e a una bottega al Cordusio.
La Scuola aveva beneficiato anche di alcune disposizioni testamentarie ma, essendo la documentazione residua alquanto lacunosa, allo stato delle ricerche è possibile conoscere soltanto i nomi dei suoi più noti benefattori: Pietro Giorgio Archinto (1527), Giovanni Pietro Legnani (1597) e Pompilio De Medici (1612).
Quando nel 1784 la confraternita della Piscina fu aggregata al Luogo pio della Carità, il suo reddito ammontava alla modesta cifra di 130 lire, ciò forse anche in conseguenza delle spese sostenute dalla Scuola quattro anni prima, in occasione della ricostruzione della chiesa di Santa Maria Segreta.
(da Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano)
Bibliografia:
- Bruno Viviano, Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305-1980), in Antonio Noto e Bruno Viviano, Visconti e Sforza fra le colonne del palazzo Archinto. Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305-1980), Milano, Giuffrè, 1980, pp. 293-294
- Paola Curatolo, Notabili a Milano tra Cinque e Seicento: le confraternite nella parrocchia di S. Maria Segreta, in «Archivio Storico Lombardo », a. CXVII (1991), pp. 59-103
- Milano. Radici e luoghi della carità, a cura di Lucia Aiello, Marco Bascapè e Sergio Rebora, Torino, Allemandi, 2008, pp. 113-114 (scheda di Daniela Bellettati)
- Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano, a cura di Lucia Aiello e Marco Bascapè, Como, NodoLibri, 2012, pp. 169-170