I lavori per l’allestimento della sepoltura di Pietro Gonzales, terminati nell’aprile 1879, comprendevano su precisa indicazione del defunto la collocazione dell’opera di Strazza all’interno della nicchia: “Ordino che sulla mia sepoltura venga collocata la statua che trovasi nel mio gabinetto, raffigurante la Contemplazione, procurandovi un piedistallo proporzionato alla statua stessa”. Nell’ordine inferiore del porticato corrisponde ad essa un semplice arco cieco di minori dimensioni, rivestito da lastre in marmo di Carrara recanti le iscrizioni sormontate da una lunetta ornata da un simbolo del tempo e dell’eternità, la clessidra alata.
La delicata figura femminile di Strazza, proveniente dunque dalla collezione privata del benefattore, è databile attorno al 1855 e aderisce dal punto di vista formale ai canoni del primo naturalismo espresso dagli scultori del gruppo braidense, di cui Strazza, titolare della cattedra di scultura a Brera dal 1860 alla morte, fu tra i principali esponenti. L’opera rientra nella ideale galleria di figurazioni femminili rappresentanti stati d’animo scaturite dalla sensibilità e alla iconografia romantica, che tanto successo ebbero anche nella pittura di maestri quali Francesco Hayez. Temi – la Meditazione, la Protezione, lo Sconforto, il Dolore, la Malinconia – che ora vengono destinati non solo alla plastica funeraria, ma anche – come nel caso appunto di Pietro Gonzales e come altri documentati al Monumentale – alle collezioni ospitate nelle case delle famiglie notabili.
Collaborarono alla esecuzione della sepoltura il marmorino Antonio Bogani per l’iscrizione e la posa in opera del monumento e della statua, il fabbro Alessandro Gaetani per il cancello, Stefano Bellani per il piedistallo in granito, A. Ferradini per la stuccatura della nicchia, con un costo totale per l’Istituto di Lire 7.073.
Su incarico della Congregazione nel maggio 1879 il fotografo Puppo (via Montenapoleone) eseguì una fotografia del monumento.
(da Il tesoro dei poveri, pp. 295, testo di Giovanna Ginex)