Andare a palazzo – 15 maggio 2015

Nutrire Biassono. Quattro secoli di produzione agricola per l’alimentazione, raccontati dalle carte del Luogo Pio delle Quattro Marie di Milano
Gianfranco Pertot e Roberta Ramella

Venerdì 15 maggio 2015, ore 21

Biassono, Palazzo municipale

È un conversazione sul dipanarsi del rapporto fra la produzione agricola e la nutrizione nella storia di un piccolo insediamento nella pianura asciutta a nord di Milano.

Questa realtà, simile a molte altre del milanese, si è sostentata per secoli grazie al lavoro nei campi, alla coltivazione di piccoli orti, all’allevamento di animali da cortile (anch’essi da nutrire), all’ombra di proprietari dei fondi impersonati per lo più da nobili milanesi, talvolta di nascita locale, o da enti benefici o religiosi, ai quali i fondi erano pervenuti per eredità e per permute.

La dinamica della proprietà e, soprattutto, le modalità di gestione dei rapporti fra proprietari e lavoratori della terra (per come emergono dai contratti di investitura, livellaria e non, e da altri documenti contenenti verbali di consegna e riconsegna, patti, promesse, confessi, misure e controlli), permettono di ricostruire cosa e quanto si traeva dai campi, quanta parte di questi beni veniva destinata al consumo e quanta costituiva il fitto dovuto, e a quali altre risorse era possibile e consentito accedere, con mezzi propri o per acquisto.

Il Luogo Pio delle Quattro Marie di Milano ha conservato la proprietà di grandi estensioni fondiarie in Biassono dalla fine del Trecento alla metà del Settecento, quando ha permutato l’intera possessione con altra più redditizia presso Rosate (la Carbonizza), messa a disposizione dai conti Verri, desiderosi di ampliare il già notevole patrimonio in Biassono, dove avevano villa, case e terre.

Nell’archivio del Luogo Pio, conservato integralmente presso l’Archivio storico dell’Azienda di Servizi alla Persona Golgi-Redaelli di Milano, si trova ampia documentazione che permette di ricostruire su un lungo periodo (quattro secoli) il rapporti di una comunità (quanto meno di una sua ampia porzione) con le possibilità produttive del proprio territorio, dal quale traeva di che vivere. È uno spaccato di un mondo contadino con poche evoluzioni, se non il progressivo ma lento aumento della popolazione, incardinato proprio ai temi fondamentali della sopravvivenza: il lavoro e il nutrimento, la fatica e il pane, la vita e l’avvenire.

Grazie ai documenti, analizzati con metodo scientifico e con ogni rispetto filologico, questo mondo del passato si lega al mondo di oggi. Tramite l’evocazione, sicuramente, ma anche tramite il legame che si è talvolta mantenuto con quelle materie e quegli usi, che hanno generato ricette, modi di preparare, consumare, offrire, che ancora ai giorni nostri, inaspettatamente, si ripresentano nel nostro quotidiano.