Augusto Colombo nasce a Milano il 26 agosto 1902 da Arturo, impiegato di idee democratiche e repubblicane, e da Enrica Bonvicini. Frequenta le scuole professionali alla Società Umanitaria (corsi di decorazione) e poi le Serali all’Accademia di Brera sotto la guida di Mario Moretti Foggia e Giuseppe Palanti ed è infine ammesso alla Scuola del nudo di Ambrogio Alciati. Con il dipinto La siesta nel 1924 vince il Premio Cesare Sarfatti istituito dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde e si perfeziona per due anni a Roma, Firenze e Parigi.
Dal 1927 opera stabilmente a Milano, allestendo uno studio in via Durini 7 dove realizza alcune grandi composizioni di figura, tra cui si ricordano Processione (1928), Tappa di volo (1929), Il cammino delle ore (1930), La famiglia (1931), I lavori invernali (1934), La cacciata dal paradiso (1936). Si dedica anche al ritratto su commissione e, dal 1931, alla sua versione gratulatoria eseguendo il Ritratto di Giuseppe Magrini a figura intera per la quadreria dell’Ospedale Maggiore di Milano, che, da quell’anno al 1963 gliene ordinerà altri quattordici. Tra il 1932 e il 1939 collabora con la rivista d’arte “Perseo” e intraprende una intensa attività espositiva partecipando alle rassegne della Società Permanente e delle Belle Arti e a quelle della Società per Artisti e Patriottica; organizza anche mostre personali come quella svoltasi nelle sale della Permanente nel 1939, accompagnata da una monografia illustrata e introdotta da un saggio di Giorgio Nicodemi. Nel 1933 sposa Maria Sassi, figlia dello scultore Alfredo, da cui ha i figli Arturo, Cesare e Fausto e trasferisce lo studio in piazza Borromeo 10, presso cui apre una scuola privata di pittura frequentata nel corso di trentasei anni da oltre ottocento allievi: alle lezioni si affiancano incontri e conferenze animati da molteplici intellettuali e artisti, tra cui Aldo Carpi, Alfredo Galletti, Giorgio Nicodemi, Piero Portaluppi.
Nel 1935 partecipa al Concorso della Regina, indetto da Elena di Savoia, ottenendo un premio con La vicenda della Medaglia d’oro Giordano Ottolini, oggi al Museo del Vittoriano di Roma e tra il 1936 e il 1940 porta a termine la grande composizione Il martirio di Cesare Battisti per il Museo del Risorgimento di Milano.
Durante la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza (con lo pseudonimo “Giberti”) come comandante di una formazione partigiana delle Brigate Matteotti e rappresentante del C.N.L. nel Comasco. Tratta la resa del presidio tedesco a Lomazzo e disegna il manifesto dal titolo Il bestiale fascismo è vinto diffuso dal P.S.I.U.P. di cui fa parte; nel 1946 prepara il disegno propagandistico Liberateci dal nodo sabaudo per il P.R.I. in vista del referendum repubblica/monarchia. Nel secondo dopoguerra riprende l’attività didattica e intensifica la partecipazione alle esposizioni, da quelle della Permanente a quelle dell’Angelicum e della rinnovata Famiglia Artistica, di cui è promotore. In questi anni è tra i fondatori della rivista “Valori” insieme ad Aldo Palatini, Renzo Bianchi, Anselmo Bucci, Giulio Ludovico Luzzatto e con essi promuove anche il movimento “Le arti e la libertà”. Esegue molteplici opere d’arte sacra come La famiglia di Gesù per il Nido Valdani (1949), L’incoronazione della Vergine ad affresco per la chiesa di Santa Maria Podone (1952), il mosaico La donazione del sangue per la sede dell’A.V.I.S. di Milano (1954), esercitandosi inoltre a più riprese sul tema della Via Crucis. Realizza anche ritratti, tra cui quelli dei sindaci di Milano Antonio Greppi (1957) e Virgilio Ferrari (1962) per Palazzo Marino, paesaggi e disegni per illustrazioni. In questo settore si ricordano i disegni realizzati negli anni Quaranta (poi raccolti dai figli nella mostra “I segni della guerra”, accanto a quelli di Aldo Carpi) e le tavole a china per il romanzo Uomini e no di Elio Vittoriani (1947), i disegni politici per il settimanale “Lombardia Repubblicana” e Noi aiutiamo (1947) per la copertina di La coscienza in pace. Cinquant’anni di socialismo, opera di Antonio Greppi pubblicata dalle Edizioni Avanti nel 1963.
Augusto Colombo muore a Milano il 17 gennaio 1969. Cinque giorni dopo ne commemorano la figura a Palazzo Marino il sindaco Aldo Aniasi e i consiglieri Antonio Greppi e Achille Ottolenghi.
(testo di Sergio Rebora)