Napoleone Mellini nasce a Como nel 1800. Si trasferisce a Milano dove frequenta i corsi dell’Accademia di Brera debuttando alle esposizioni annuali nel 1818 con Copia di una Madonna e Agar congedata da Abramo. In seguito passa all’Accademia di Belle Arti a Parma presso cui nel 1826 consegue il primo premio al concorso di pittura con Diluvio universale, oggi conservato alla Galleria Nazionale al complesso della Pilotta.
Stabilitosi definitivamente a Milano, opera come disegnatore per incisioni a stampa e pittore di composizioni di soggetto storico e letterario, di ritratti e in seguito anche di scene di genere presso il suo studio di corso di Porta orientale 729. Partecipa alle rassegne braidensi, cui espone Venere e Adone ferito (1827), Il Duca di Milano Giovanni Maria Visconti entra con seguito d’armati nella prigione ove stanno rinchiusi Luchino del Majno e Violante Pusterla, e li minaccia di morte se non si arrendono a’ suoi voleri (1830) identificabile con un dipinto oggi ubicato nelle raccolte della Provincia di Milano a Palazzo Isimbardi, Bagno di ninfe e Il Diluvio universale (1833) commissionati rispettivamente dal conte Stefano Riva e dal ragionier Antonio Patrizio (collezionista e amministratore di Stefano Stampa), Il Diluvio universale e Due ritratti a figura intera di puttini che scherzano con un cane (1835).
Nel 1837 esegue il ritratto di Claudia Caterina Clerici Bigli per la quadreria dei benefattori dell’Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano (oggi appartenente all’ASP Golgi-Redaelli e in deposito temporaneo presso Villa Carlotta a Tremezzo)
Ancora a Brera, nel 1839 presenta tre opere realizzate su commissione della marchesa Olimpia Incisa Vimercati: Ritratto a mezza figura, La vedova di un soldato, Il ritorno in patria e Ritratto d’uomo commissionato da Giuseppe Bossi; nel 1840 Tre ritratti e nel 1841 Cinque ritratti d’uomo commissionati dall’antiquario Antonio Sanquirico, dal marchese Luigi Crivelli, da Saulle Bergomi, dal marchese Leopoldo Incisa e dal cavalier Giovanni Villa, La vedova del soldato su commissione di Carlo Galli, Ritratto di donna, Fanciullo in abito da caccia a figura intera e Puttina figura intera. Nel 1842 è la volta di Il primo abboccamento di Raffaello Sanzio con la Fornarina, realizzato su richiesta della contessa Maria Vimercati Martini, nel 1843 di Una pellegrina, Amore e Innocenza e nel 1844 di Una famiglia raminga sorpresa dal temporale. Nel 1845 presenta Un soldato ferito con una giovane che lo soccorre, Un’agiata contadina brianzola che va al mercato – mezza figura commissionato dal conte Alfonso Litta Modignani, Una contadina che torna dal mercato – mezza figura; nel 1846 Amore e Psiche commissionato dal conte Giulio Litta Modignani e Quattro ritratti richiesti dal conte Gabrio Casati.
Nel 1848 invia alla mostra annuale della Società Promotrice di Torino Zappatore della Guardia Italiana morente, acquistato da Vittorio Emanuele II e oggi appartenente alle collezioni del Palazzo Reale di Torino mentre nel 1851 espone a Brera Napoleone che fa la grazia alla principessa di Hazefeld distruggendo il documento che accusava il di lei marito, composizione eseguita su commissione del cavalier Ambrogio Uboldo e Raffaele Sanzio che vede per la prima volta la Fornarina, che si sta bagnando nel Tevere.
Nel 1865 esegue il ritratto di Giacomo Besozzi per la quadreria dei benefattori dell’Ospedale Maggiore di Milano per la quale negli ultimi anni della sua attività opera anche come restauratore (1875-1876). Muore a Milano nel 1880.
(testo di Sergio Rebora)