Figlio di Emanuele e di Elena Pesaro, Giuseppe Levi nacque a Venezia il 4 luglio 1830.
Di sentimenti patriottici, prese parte alla difesa della Repubblica di Venezia e dopo la sua caduta riparò in Egitto, dove già viveva una cospicua comunità italiana, per sfuggire alle persecuzioni austriache. Stabilitosi ad Alessandria d’Egitto, si inserì nel settore bancario, fino a divenire direttore della Banca d’Egitto in quella città. Sempre ad Alessandria rivestì inoltre la carica di giudice assessore del Tribunale consolare.
Rientrò in Italia intorno al 1890, fissando la sua dimora a Milano in via Dante e poi in via Aurelio Saffi. Sposato con Luisa Levibram (1843-1899) ebbe tre figli: Arturo, Giorgio e Matilde.
Nel corso della sua esistenza gli vennero conferite numerose onorificenze: fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, ufficiale e commendatore della Corona d’Italia e commendatore dell’Ordine imperiale ottomano della Megidies. Gli vennero inoltre assegnate la medaglia per le campagne del 1848-49 di Venezia nell’artiglieria Bandiera e Moro e quella di difensore di Venezia.
Nel 1894 promosse la costituzione della Fondazione Levi per un ricovero per persone senza fissa dimora, mentre 10 anni più tardi, nel 1904, donò al Comune di Milano una casa in via Cicco Simonetta n. 15, per dare un alloggio ai senza tetto. Il Comune trasferì la proprietà della casa al Comitato per i Ricoveri Notturni gratuiti che poté così sostenere i costi della costruzione di un dormitorio adeguato. La sede dei Ricoveri notturni, inaugurata nel 1905 e intitolata a Giuseppe Levi, era stata progettata dall’ingegnere Luigi Mazzocchi (1842-1925) e sorgeva all’angolo fra via Cesare Balbo 23 e via Francesco Soave 17.
Giuseppe Levi morì a Milano il 19 gennaio 1909 e fu sepolto nel reparto israelitico del Cimitero Monumentale. Nel suo testamento, redatto il 15 luglio 1908 presso il notaio Antonio Menclozzi, dispose di beneficare nuovamente i senza tetto con un legato di 37.000 lire, lasciando ulteriori elargizioni al Pane Quotidiano, al Pio Istituto dei Rachitici, alla Fraterna Misericordia di Venezia, alla Comunità Israelitica per gli asili infantili e per i poveri israeliti e la Casa Militare Umberto 1° per i Veterani di Turate (CO) a cui lasciò pure le sue onorificenze della Prima Guerra di Indipendenza.
(testo di Maria Cristina Brunati)