L’Istituto post-sanatoriale, intitolato al tisiologo Guido Salvini, fu inaugurato il 1° maggio 1947 in un padiglione dell’Istituto Inabili a lavoro di piazza Giovanni delle Bande Nere per l’accoglienza temporanea di persone che, colpite da tubercolosi, venivano dimesse dai sanatori per guarigione clinica o per stabilizzazione della malattia . L’autorizzazione prefettizia all’apertura ed esercizio del padiglione post-sanatoriale “Guido Salvini” data al 9 novembre 1949.
La finalità della struttura consisteva nel reinserimento nella vita lavorativa attraverso l’addestramento o la riqualificazione professionale, affiancati da un servizio di accertamento diagnostico e di controllo sanitario. Dopo una prima fase di solo ricovero, si passò infatti gradualmente all’organizzazione di attività di lavoro e di studio: sorsero i primi corsi per legatori di libri e per vetrinisti e, successivamente, vennero create altre attività ritenute sempre più aderenti alle esigenze del mondo del lavoro.
Nel 1953 esistevano tre diverse categorie di attività. Le prime erano finalizzate alla riqualificazione, mediante lo svolgimento di corsi scolastici di avviamento al lavoro di tipo commerciale, di corsi di cultura popolare, di lingua francese per interpreti e per radiomontatori-riparatori. Vi erano poi attività di apprendistato, presso laboratori di legatoria, falegnameria, tipografia. Infine erano previsti compiti di riadattamento generico al lavoro (laboratorio di stampo-decorazione statuette e cartonaggio).
Con il passare degli anni fu sempre più privilegiata la formazione tecnico-professionale mentre furono soppresse le attività più generiche. In conseguenza di ciò, il Ministero del Lavoro e della Previdenza riconobbe all’Istituto la funzione di Centro di addestramento professionale e ne finanziò i programmi. Dei nove corsi attivati uno era per segretari contabili di azienda, mentre gli altri otto per qualifiche di tipo operaio-artigianale: elettrauto, elettricisti, televisionisti, radiomontatori-riparatori, meccanici, legatori di libri e cartonaggio, sarti tagliatori, lavoranti di cuoi decorati.
A causa dell’inadeguatezza degli spazi dell’Istituto degli Inabili, nel 1950 vennero intrapresi i lavori di costruzione di una nuova struttura in via Soderini, lavori che si protrassero fino al 1953. Progettato degli ingegneri Felice Romoli, Raffaello Mattiangeli, Michele Raffo e dall’architetto Rino Sirigatti il nuovo Istituto, fortemente voluto da Ezio Vigorelli, iniziò a funzionare nel 1954 e con deliberazione del 13 dicembre di quello stesso anno fu intitolato ai fratelli Bruno e Fofi Vigorelli.
Ben presto tuttavia l’ente dovette rinunciare alla gestione dell’Istituto, le cui finalità esorbitavano dalle competenze dell’Eca: nel 1955 fu firmata una convenzione con l’INPS, che per due anni inviò in via Soderini un significativo numero di suoi assistiti, preambolo della cessione definitiva dello stesso Istituto all’INPS formalizzata il 1° giugno 1957; l’Eca ne mantenne tuttavia la direzione transitoria e fiduciaria fino al successivo 31 ottobre, data di chiusura delle attività di qualificazione professionale 1956/1957.
(da Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano, pp. 310-312)