Esplora la quadreria dell’Ente Comunale di Assistenza
L’Ente Comunale di Assistenza (ECA) venne istituito il 3 giugno 1937 con la legge n. 847 che disponeva la fusione della Congregazione di Carità con l’Ente Opere Assistenziali riprendendone i compiti di assistenza.
Nell’ECA furono concentrate tutte le istituzioni ed Opere Pie che si occupavano di assistenza generica e temporanea. Con questo nuovo ente il Partito fascista controllava completamente le strutture assistenziali. Il Comitato di amministrazione era presieduto dal Prefetto e contava un rappresentante del PNF, uno del Fascio Femminile, e otto membri di nomina prefettizia. La sede centrale fu mantenuta presso palazzo Archinto di via Olmetto. Alle Opere Pie già controllate si aggiunsero gli Asili notturni Sonzogno e i Ricoveri notturni Giuseppe Levi. L’assistenza diretta sul territorio era affidata a 18 uffici di zona.
Questi uffici si preoccupavano principalmente di offrire aiuti alimentari e sussidi contro il freddo, durante i rigidi mesi invernali. Commissioni apposite avevano competenze specifiche sui senzatetto, minorenni abbandonati, asili e ricoveri notturni.
Per un breve periodo, dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana e fino al luglio del 1944, l’ente assunse la denominazione di ECFA, alle dipendenze dirette del Partito fascista.
Con la liberazione l’ECA dovette affrontare i gravi problemi del dopoguerra e della ricostruzione. Il CLN affidò la carica di Commissario straordinario a Ezio Vigorelli, che venne in seguito riconfermato nel ruolo di amministratore nell’ottobre del 1946, sotto la Giunta socialista del sindaco Antonio Greppi. Vigorelli fu il promotore dell’Associazione Nazionale fra gli Enti di Assistenza (ANEA) con lo scopo di sviluppare idee, progetti e studi comuni, legati alla attività assistenziale in tutto il Paese. Secondo Vigorelli:
Alla fine di aprile del 1945 la capitale morale d’Italia era una città attonita e torpida: tra le case distrutte, per le vie sfigurate, una moltitutdine stanca e disorientata si aggirava in cerca di pane e della casa, di conforto e di pace. Alla schiera dei miseri, che abitualmente vivono ai margini della società, nell’accattonaggio, nell’abbandono, nella prostituzione, si aggiungeva una moltitudine tutta nuova di cittadini e di forestieri che la guerra aveva travolto e abbandonato senza lavoro e senza dimora: sfollati, profughi, clandestini, sinistrati, irregolari di ogni specie, che bisognava subito, ad ogni costo, sottrarre alla fame, al vizio, al delitto… (ECA. Relazione di gestione del Comm. Str., maggio 1945-agosto 1946)
A partire dalla fine degli anni ’50 l’intervento dell’ECA milanese si orientò soprattutto verso gli anziani. Nel 1967 fu chiuso l’istituto Ragazzi di Milano (già Derelitti), nel 1971 oltre alla riconversione dell’Istituto inabili a lavoro e della Pia casa di Abbiategrasso in moderni centri geriatrici, fu inaugurata la residenza per anziani di Vimodrone.
Dal 1° agosto 1978 l’ECA fu sciolto; il dormitorio di viale Ortles, costruito tra il 1948 e il 1956, e i centri sociali di zona passarono alla gestione diretta del Comune di Milano.
La nuova istituzione di assistenza denominata IPAB – Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza assumeva la gestione dei tre Istituti geriatrici e il patrimonio di sei opere pie minori concentrate nei Luoghi Pii Elemosinieri (Baliatico, Derelitti e orfani, Lainate, Mondolfo, Scotto Palazzi, Trolliet).