Il podere Camuzzone, già nel Comune di Bonirola (ora parte del Comune di Gaggiano), viene acquistato per 81.200 lire imperiali dal Consorzio della Misericordia nel 1746 dal marchese Antonio Giorgio Clerici (1715-1768), suo ultimo proprietario (istrumento 19 settembre 1746, notaio Giovanni Battista Baldini).
La possessione faceva parte di un nucleo di beni situati in loco alienati dal conte Antonio Litta a Carlo Fagnani, tutore e curatore dei fratelli Gerolamo e Bassano Porrone (istrumento 21 giugno 1606, notaio Gerolamo Rossi). Oltre al Camuzzone (comprese le ricche ragioni d’acque pertinenti) il conte cede le possessioni Venezia, Morano, Molino della Bonirola, Boscaccio, Cantalupo.
Camuzzone risulta allora parte campo, parte prato e parte risato, con un casamento da massaro, stalla, cucina, orto e altre parti per un totale di 673 pertiche. Pochi anni più tardi, in virtù della confisca fatta in pregiudizio di Annibale Porrone e con beneficio delle sentenze e dei decreti dell’editto di grida fiscali, il Magistrato Camerale vende a Pietro Antonio Clerici, procuratore generale di Giorgio, il podere Camuzzone, compreso il Molino della Bonirola e le ragioni d’acque, come da relazione e stima dell’ingegnere camerale Bernardo Robecco, per la somma di 53.146 lire (istrumento 19 dicembre 1614, notaio Francesco Mercantolo).
Come accennato, nel 1746 Antonio Giorgio Clerici vende il podere Camuzzone al Consorzio della Misericordia, che in vista dell’atto incarica l’ingegnere collegiato Carlo Antonio Pessina di eseguire la stima della possessione, a quell’epoca condotta dai fratelli Carlo Francesco e Antonio Francesco Rognoni, figli del defunto Pietro Antonio subentrati al precedente fittabile Galeazzo Noè nel 1723.
Nel diciannovesimo secolo, durante gli anni in cui la possessione appartiene all’Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri e – dopo l’unità d’Italia – alla Congregazione di Carità, vengono realizzati ampliamenti, migliorie e opere di manutenzione ordinaria ai fabbricati rurali e residenziali della cascina, tra cui la costruzione di porticati e piccoli edifici fuori dalla corte originaria e l’aggiunta di spazi abitativi o di servizio. Nel 1869 viene attuata anche una permuta con il nobile Gian Giacomo Poldi Pezzoli, che cede alla Congregazione la Vigna Steppa (già Prato del Brusato) di pertiche 13 e Vigna Cazzana di pertiche 20 a integrare il tenimento.
A partire dai primi anni del Novecento il complesso ha subìto demolizioni parziali lasciando lo spazio a nuovi edifici.
L’Amministrazione delle Ipab ex Eca ha alienato a privati i beni del Camuzzone in due distinte occasioni: il molino tra il 1983 e il 1984 e il podere tra il 1984 e il 1986.
(testo di Sergio Rebora)