I beni di Carpiano, appartenenti fin dal XIII secolo alla famiglia Pusterla, furono confiscati al casato a seguito della congiura ordita nel 1340 da Francescolo e Surleone contro Luchino Visconti, signore di Milano insieme al fratello Giovanni. Nel 1396 i possedimenti di Carpiano vennero assegnati alla Certosa di Pavia, che, nel 1649, venne investita anche dei diritti feudali e mantenne la proprietà fino alle soppressioni disposte dall’imperatore Giuseppe II nel 1782. L’investitura feudale venne allora rilevata da Luigi Lambertenghi, Giovanni Alessandro Brambilla e Andrea Forni tra il 1784 e il 1785. A partire dal 1813, Giacomo Mellerio (1777-1847) avviò una campagna d’acquisti nel territorio di Carpiano, con l’intenzione di destinarli alla sua morte ai Luoghi Pii Elemosinieri, prevedendo tuttavia l’obbligo d’istituire un’amministrazione temporanea del legato, comprendente altre proprietà in Riozzo (testamento 13 ottobre 1847). Con istrumento 10 dicembre 1859 l’eredità venne effettivamente consegnata alla Congregazione di Carità di Milano, che la incorporò nel suo patrimonio nel 1866. I beni carpianesi erano cotituiti da un composito complesso di fondi e cascine comprendente le possessioni di Calnago, Cascina Nuova, Cozzolano e Masseria, Fornasetta. Nel 1862-1863 il castello di Carpiano venne adattato in cascinale in sostituzione del fabbricato diroccato di Cozzolano.