Il podere Gaggiano, situato nel Comune omonimo in una zona centrale dell’abitato, perviene in parte (un quarto rispetto alla sua interezza) alla Sezione III della Congregazione di Carità di Milano attraverso le disposizioni testamentarie del sacerdote Giovanni Aloardi (1756-1819), figlio di Pietro Gaspare e di Anna Beccari, parroco della basilica di San Lorenzo in Milano (istrumento 25 gennaio 1819, notaio Massimiliano Pianca); la parte restante (tre quarti) viene acquistata dalla Congregazione stessa dal ragioniere Luigi Aloardi, fratello di Giovanni (istrumento 1° febbraio 1822, notaio Giuseppe Carozzi).
In precedenza la proprietà era appartenuta al marchese Massimiliano Stampa (1494-1552) fu Pietro Martire e fu Barbara Crivelli, che nel 1539 vende al conte e senatore Francesco Sfondrati (1493-1550) fu Giovanni Battista e fu Margherita Omodei Trivulzio alcuni appezzamenti di terreno siti in Gaggiano (istrumento 25 ottobre 1539, notaio Giovanni Ghigliano). Nella prima metà del XVI secolo gli Stampa fanno costruire la villa padronale ancora esistente e nota anche come Villa Marino in luogo di un precedente edificio, appartenuto al nobile Luigi Arcimboldi.
Nel 1676 la possessione, in precedenza di proprietà di Massimiliano Moroni Stampa (1611-1676/1679), risulta far parte dei beni di Ortensio Cantone o Cantoni, Questore del Magistrato Ordinario di Milano e figlio di Giovanni Battista (1589 c.-1655), Senatore di Milano nel 1639 e successivamente (1650) Reggente per il Ducato di Milano nel Supremo Consiglio d’Italia. Dopo la morte i suoi beni, compreso Gaggiano, passano al nipote Ignazio Del Pozzo, nato dal matrimonio tra la figlia Marianna e il marchese Alessandro Del Pozzo conte di Villar de Campos.
Tramite il curatore deputato del Senato di Milano marchese Pio Giovanni Giorgio Pallavicini Triulzi, il minore Ignazio Del Pozzo vende all’incanto la possessione di Gaggiano a Pietro Aloardi (23 maggio 1761, notaio Pietro M. Marchetti). Verosimilmente a questi anni e alla responsabilità del nuovo proprietario risale la ricostruzione della villa in forme barocchette, compresa la decorazione ad affresco di alcuni ambienti interni.
Pietro Aloardi incrementa i suoi beni in loco acquistando anche una piccola casa con orto in Gaggiano confinante con i suoi beni da Giuseppe Fasoli fu Antonio Maria (istrumento 13 settembre 1790, notaio Giuseppe Carozzi); un’altra casa con corte e orto risulta poco più tardi acquistata dai fratelli Penani (istrumento 29 marzo 1793, notaio Giuseppe Carozzi).
Negli anni successivi all’unità nazionale e fino al secondo dopoguerra vengono via via alienate piccole porzioni di terreno in ragione dell’ingrandimento dell’abitato di Gaggiano e delle sue necessità: tra gli acquirenti in loco si ricordano l’Amministrazione Comunale (1876), la Società Anonima Latteria Cooperativa di Gaggiano (1900), la Congregazione di Carità di Gaggiano (1905), la Fabbriceria Parrocchiale di Sant’Invenzio (1914, 1923, 1948), il Consorzio Agrario Provinciale di Milano-Lodi-Pavia (1938) oltre a molteplici privati.
In occasione della locazione assegnata per il periodo compreso tra il 1900 e il 1909 il podere Gaggiano, fino a quel momento affittato nella sua intera estensione di 1522 pertiche milanesi, viene ripartito in due lotti, Cascina Maggiore e Cascina Minore: la Congregazione di Carità decide infatti di affittare direttamente a Giovanni Sala la porzione di cui era subaffittuario dal fittabile di Gaggiano, Agostino Daccò.
I beni di Gaggiano vengono alienati a terzi dall’Amministrazione delle Ipab ex Eca in due momenti diversi: nel 1984 Cascina Minore e nel 1986 Cascina Maggiore.
(testo di Sergio Rebora)