Il podere Guzzafame, ubicato a Milano in Porta Vigentina, perviene alla Congregazione di Carità di Milano attraverso il legato testamentario del conte e senatore Emanuele Greppi (1853-1931), figlio del conte Carlo Greppi di Bussero e Corneliano (1823-1893) e della nobile Maria Padulli di Vighignolo (1832-1912), avvocato, uomo politico, amministratore pubblico e sindaco di Milano tra il 1911 e il 1913 (istrumento 16 agosto 1930, notaio Angelo Moretti). Nella fattispecie, la parte del podere destinata dal benefattore alla Congregazione di Carità corrisponde a metà della quota in suo possesso, in comunione con il cugino Luigi Greppi (1889-1967): la parte restante appartiene invece ai fratelli Antonio e Fabio Ponti, nipoti del benefattore in quanto figli di Anna Greppi (1858-1945) vedova di Emilio Ponti e sorella di Emanuele Greppi).
Originariamente il tenimento, oggi non più esistente, insiste in un’area percorsa dalle attuali vie Giovanni da Cermenate e Sant’Ampelio. A partire dagli anni immediatamente successivi all’acquisizione da parte della Congregazione di Carità, divenuta poi Ente Comunale di Assistenza (ECA), appezzamenti di terreno vengono venduti congiuntamente dai comproprietari a terzi per finalità diverse. Dopo un esproprio del Comune di Milano di 7.694,011 mq destinati a ospitare la nuova cabina di trasformazione dell’Azienda Elettrica Municipale e il prolungamento di via Giovanni da Cermenate (istrumento 4 marzo 1937, notaio Cirillo Manfredini), 494 mq sono poi ceduti a privati (istrumento 31 ottobre 1939, notaio Alessandro Brambilla). Nel 1944 è la volta di altri lotti (1.174, 128, 121 e 58 mq) rispettivamente acquistati da quattro privati (istrumento 14 marzo 1944, notaio Giuseppe Gallizia) e infine, nel secondo dopoguerra, la restante parte del podere Guzzafame viene alienata all’Opera Pia Chiese parrocchiali povere Diocesi di Milano, alla Società Italiana Rinnovamento Immobili Spa S.I.R.I., all’Opera Pia Piccola Casa del Rifugio e all’Istituto Autonomo Case Popolari di Milano (istrumenti 10 dicembre 1952, notaio Antonio Zaraga; 12 marzo 1953, notaio Giuseppe Bottoni).
(testo di Sergio Rebora)