Nell’ambito del progetto architettonico del nuovo istituto progettato dall’ingegner Ajace Astori, già ingegnere capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Pavia, alla cappella cattolica è stato conferita un’attenzione particolare. L’edificio, dedicato a Maria Madre Misericordiosa, si presenta come un’aula a navata unica estremamente capiente, ariosa e immersa in una penombra confortante, accentuata dalla luce rarefatta delle vetrate policrome, che invita i fedeli al raccoglimento e alla preghiera.
Punto focale della struttura è la zona del presbiterio, sopraelevata e visivamente ulteriormente evidenziata attraverso l’uso del legno, che riveste le pareti e la volta, sinuosamente incurvata verso il basso. Secondo le indicazioni prescritte dal Concilio Vaticano II conclusosi pochi anni prima, l’assetto dello spazio si ispira a un rapporto di maggiore coinvolgimento tra il celebrante e i fedeli: le balaustre di separazione del presbiterio vengono abolite, l’altare viene rivolto “verso il popolo” e il tabernacolo trova la sua nuova collocazione lateralmente e presso l’altare stesso. L’apparato decorativo della cappella viene affidato allo scultore Enrico Manfrini (1917-2004), allievo e collaboratore di Francesco Messina e docente all’Accademia di Brera, particolarmente attivo nel settore dell’arte sacra e in rapporto con papa Paolo VI, da lui anche ritratto. A Manfrini si devono il bassorilievo che adorna il fronte dell’altare, raffigurante Le nozze di Cana, il tabernacolo a forma di prisma esagonale istoriato con il tema del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Crocefisso e la statua della Mater Misericordiae e inoltre gli arredi liturgici (quattro candelieri e una lampada per illuminare il Santissimo Sacramento, anch’essi, come le altre sculture, fusi in bronzo).
I rilievi bronzei delle quattordici stazioni della Via Crucis spettano invece a Mario Rudelli (1938), un altro scultore impegnato nell’arte sacra e legato alla figura di Paolo VI e del suo segretario, monsignor Pasquale Macchi.
Tramite Manfrini, alla decorazione della cappella viene infine coinvolto il pittore Trento Longaretti (1916-2017), autore dei cartoni per le vetrate, materialmente eseguite dalla ditta Fratelli Taragni di Bergamo: forme astratte multicolori a valorizzare le aperture da cui entra la luce in questo spazio sacro, due lunghe feritoie alla sommità delle pareti laterali dell’aula e cinque losanghe strette e alte dietro l’altare.
(testo di Sergio Rebora)