Giuseppe Sogni nasce il 18 maggio 1795 a Rubbiano (oggi frazione di Solignano, piccolo centro rurale in provincia di Parma) da Giovanni e Candida Cabrini, fittabili agrari. Frequenta l’Accademia di Brera a Milano, città in cui la famiglia si trasferisce, studiando pittura sotto la guida di Luigi Sabatelli. Esordisce alle rassegne annuali braidensi con un Ritratto a disegno (1817), proseguendo con Piccolo ritratto a cavallo e la copia da Andrea Appiani Giove incoronato dalle Ore e Ganimede che sta per versargli l’ambrosia (1821), La prima dichiarazione d’amore di Don Carlos alla Regina Isabella, tratto da Vittorio Alfieri (1824), Raffaello e la Fornarina, tela di commissione De Caen oggi appartenente alle collezioni dell’Accademia di Brera (1826), il Martirio dei Santi Gervasio e Protasio e Giselda e Saladino tratto dai Lombardi alla prima crociata di Tommaso Grossi, oggi conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano (1827) e Colombo che parte per le Americhe (1828).
Tra il 1830 e il 1832 soggiorna a più riprese a Roma. In quegli anni è presente alle esposizioni di Brera con Orombello, paggio di Beatrice in atto di accompagnare col suono del liuto un canto che era diretto ad alleviare la malinconia della Duchessa (1830), La casta Susanna (soggetto replicato nel 1833 in una versione che ora si trova alla stessa Galleria d’Arte Moderna di Milano), L’ultimo giorno di Raffaello in Vaticano, Ritratto, Mezza figura in costume della Campagna di Roma, Mezza figura in costume, Loth colle figlie (1831) e Le ultime ore di Beatrice di Tenda, Betsabea ed Ermete e Salmace (1832).
Tra il 1836 e il 1838 viene nominato professore di pittura all’Accademia Pontificia di Bologna; in seguito si fa trasferire a Brera, presso cui sarà responsabile fino al 1859 della cattedra di Elementi di figura ricoprendo anche altri incarichi accademici istituzionali. In questi anni espone alle mostre braidensi in prevalenza ritratti, genere in cui si afferma come specialista dopo Hayez e Molteni: Due ragazzi vestiti da pecorai romani di commissione del duca Tommaso Scotti, Due ritratti di signore madre e figlia – mezze figure, Due ritratti d’uomo, Ritratto, Ritratto di donna, I Lombardi reduci dalla battaglia di Legnano di commissione del dottor Francesco Cavezzali (1837), Il passaggio di Pio VII nelle Alpi venendo trasportato a Parigi, acquistato dall’imperatore Ferdinando I d’Austria (di cui Sogni nel 1843 esegue il ritratto), Ritratto a figura intiera rappresentante una signora Bolognese e Adamo ed Eva di commissione del banchiere Ambrogio Uboldo (1838). Nel 1840 esegue la composizione pittorica raffigurante Re Lear già proprietà Monti e ora alla Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Come ritrattista opera per la quadreria dei benefattori dell’Ospedale Maggiore portando a termine le effigi di Pietro Moscati (1824), Luigi Chiappetta (1828), Giovanni Battista Agudio Andreetti (1832-1833), Carlo Borbone (1833), Francesco Ciceri (1835), Giovan Battista Piatti (1839), Fermo Secco Comneno (1843), Maria Visconti Ciceri (1845), Antonio Cossoni (1849) e Camilla Besozzi Figliodoni Lunati (1854); per quella dell’Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano (oggi ASP Golgi-Redaelli) esegue invece i ritratti di Antonio Maria Proti (1837), Francesco Teodoro Arese Lucini (1855) e Francesco Belcredi (1856) di cui conservano uno studio a olio su tela del viso del benefattore le raccolte di Palazzo Morando.
Tra il 1840 e il 1841 affresca la sala grande del Casino della Società del Giardino di Milano con il tema di Bacco che scopre Arianna nell’isola di Nasso, opera perduta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nel 1843 presenta a Brera un nucleo cospicuo di dipinti: Ila scoperto dalle ninfe (oggi conservato presso i Musei della Città di Brescia e già nella collezione di Camillo Brozzoni), Ritratto d’uomo – mezza figura, Quadro di genere rappresentante costumi moderni popolari romani, Ritratto di Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo di commissione della chiesa di Sant’Alessandro in Milano, Ritratto d’una signora, e il citato Ritratto di S. M. l’Imperatore Ferdinando I commissionato dall’Accademia di Brera.
Nel 1846 esegue Il Sacro Cuore di Gesù per la cattedrale di Chiari, di cui espone a Brera il modelletto oggi alla Pinacoteca Repossi di Chiari in quello stesso anno a Brera insieme a Ritratto – figura intera di commissione del generale maggiore Francesco Donadeo. Tra il 1846 e il 1848 affresca la cupola e i pennacchi della chiesa di San Pietro al Rosario in Novara, presentando alla rassegna braidense del 1851 i modelletti, insieme a Ritratto d’un nobile signore milanese (l’effige a figura intera di Ambrogio Uboldo oggi conservata all’Ospedale omonimo di Cernusco sul Naviglio) e a L’ultima ora di Beatrice Cenci di commissione del consigliere Giuseppe Mainardi. Ancora a Brera invia Ritratto – mezza figura, la Sacra Famiglia commissionata da Antonio Sfondrini e Scena di genere (1853) e Quadro d’altare di commissione della fabbriceria di una parrocchia non precisata, il ricordato Ritratto Besozzi Figliodoni Lunati dell’Ospedale Maggiore e Ritratto di nobile signore, figura intiera grande al vero (1854).
Nel 1855 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi con un Autoritratto e Susanna al bagno; al 1857 circa datano i ritratti a pendant dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria e della consorte Elisabetta conservati alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.
Nel 1859 lascia l’insegnamento ed è presente per l’ultima volta a Brera con l’Adamo ed Eva di commissione Uboldo e un Autoritratto, forse quello appartenente all’Accademia di Brera. Muore a Milano l’11 agosto 1875.
(testo di Sergio Rebora)