Giovanni Luzzi nasce a Milano il 5 novembre 1901; conseguita la laurea in giurisprudenza a Pavia, già nei primi anni Venti esercita la professione di avvocato penalista. Personalità eclettica, si dedica alla pittura, alla scultura e pubblica diversi volumi in prosa e in versi in italiano e in dialetto milanese, di cui è appassionato cultore.
L’esperienza lavorativa e gli studi di psicologia giudiziaria sono all’origine della stesura del suo primo libro, Uomini in pena (1944), incentrato sull’ambiente dei carcerati e sul loro gergo, cui seguiranno un dizionario dei termini della malavita milanese, Inscì parla la mala, numerose opere teatrali, poesie, saggi di cronaca e di storia, a volte romanzati come Il giallo della stretta Bagnera (1972), resoconto dei delitti commessi a metà Ottocento da Antonio Boggia.
Nell’estate 1947 entra nel Comitato d’Amministrazione dell’Ente Comunale di Assistenza di Milano, in sostituzione del dimissionario Luigi Minguzzi, e nei mesi successivi sovraintende all’Ufficio Legale e alla Ripartizione del Personale. Per la sua formazione giuridica è spesso incaricato occuparsi di vertenze legali, come l’allontanamento del personale esuberante, la causa contro gli inquilini del quartiere Ponzio o il procedimento nei confronti dell’ex dipendente De Sury, situazioni risolte positivamente per l’Eca e per le quali ottiene il “plauso” del Comitato. Nei quattro anni del suo mandato s’interessa anche al funzionamento delle mense aziendali, cerca di ridurre l’onere degli abbonamenti tranviari, esamina le richieste della Rappresentanza elettiva del personale.
Personalità nota del mondo culturale cittadino e legato alla sua città, svolge conferenze alla Famiglia Meneghina, al Circolo Filologico, partecipa a programmi di Radio Meneghina e nel 1978 fonda l’Accademia del Dialètt Milanes; profondo conoscitore dell’opera manzoniana, adatta le parti colloquiali dei Promessi Sposi in dialetto milanese e con le sue ricerche contribuisce ad individuare nel complesso fortificato situato al confine tra i comuni di Vercurago e Lecco il cosiddetto “castello dell’Innominato”.
Descritto come “uomo colto, modesto e semplice, attento collezionista di armi, ex libris, figurine Liebig, stampe e libri antichi, quadri, mobili e porcellane”, Giovanni Luzzi muore il 18 ottobre 1982, poche settimane prima della pubblicazione del suo volume Letteratura Milanese. È sepolto nel cimitero di Lambrate.
(testo di Lorenza Barbero)