In ordine cronologico (in base all’anno di nascita)
Il barone Francesco Cornalia (1767-1844) nel 1825 venne nominato Amministratore unico dei Luoghi Pii Elemosinieri, incarico che ricoprì fino alla morte, occorsa il 20 marzo 1844.
L’ingegnere Carlo Mira (1799-1885) fu membro del Consiglio di Amministrazione della Congregazione di Carità dal 1863 al 1885.
Il conte Giuseppe Caccia Dominioni (1803-1851) nel 1844 sostituì Francesco Cornalia come Amministratore dei Luoghi Pii Elemosinieri, occupando tale ufficio fino alla morte.
Pietro Steffli (1804-1859), attivo in seno ad alcune delle principali istituzioni ambrosiane e in stretto rapporto con personalità di spicco come Alessandro Manzoni, Luigi Rossari e Tommaso Grossi, assunse le funzioni di Amministratore dei Luoghi Pii Elemosinieri nel 1852, conservando l’incarico fino alla morte.
Ignazio Prinetti (1814-1867) partecipò attivamente alle vicende risorgimentali. Nominato Senatore del Regno d’Italia nel 1860, fu Presidente della Congregazione di Carità dal 1862 al 1867.
Alessandro Besana (1814-1897) fu consigliere della Congregazione di Carità dalla sua costituzione nel 1862 fino all’estate del 1865: s’interessò in particolare dei beni rurali, del riassetto delle finanze e del trattamento economico del personale dell’Ente.
Carlo D’Adda (1816-1900) finanziò largamente la causa risorgimentale, insieme al fratello maggiore Giovanni, con cui condivideva gli ideali patriottici. Fece della propria casa uno dei centri più attivi di resistenza anti-austriaca, coadiuvato in questo dalla moglie, Maria Falcò Valcarcel Pio di Savoia. Nominato Senatore del Regno d’Italia nel 1860, fu Presidente della Congregazione di Carità dal 1868 al 1886.
Bernardo Locati (1818-1876) con testamento del 1° giugno 1873 nominò erede universale la Congregazione di Carità, di cui era stato delegato, lasciando un patrimonio di oltre 82.000 lire con l’obbligo di devolverne la rendita in doti.
Il conte Luigi Pedroli (1823-1899), patriota, militare e fondatore di società sportive, fu amministratore della Congregazione di Carità nell’ultimo decennio dell’800 con incarichi di rappresentanza nelle adunanze dei Consorzi delle Utenze e di sovrintendenza ai fabbisogni degli Istituti di Milano e di Abbiategrasso e della comunità di Magnago.
Francesco Maria Sebregondi (1826-1888), conte, letterato, amministratore di diversi Enti lombardi e socio onorario di accademie culturali italiane, fu consigliere della Congregazione di Carità dal 1865 al 1869 con funzioni di delegato alla sorveglianza della Pia Casa di Abbiategrasso.
L’avvocato Salvatore Ottolenghi (1831-1895) fu per molti anni Delegato di beneficenza presso la Congregazione di Carità, cui assegnò, con testamento 3 aprile 1884, la somma di 20.000 lire.
Discendente dell’illustre storico milanese suo omonimo, Giorgio Giulini (1832-1892) fu amministratore di numerose istituzioni locali e Presidente della Congregazione di Carità di Milano dall’aprile 1886 al gennaio 1891.
L’avvocato Pirro Aporti (1834-1911), uomo politico, giornalista e letterato, fu consigliere della Congregazione di Carità in due diversi mandati tra fine Ottocento e inizio Novecento: si occupò di questioni giuridiche e sostenne attività di beneficenza.
Patriota, combattente, imprenditore serico e uomo politico, Carlo Antongini (1836-1902) nel 1886 fu per pochi mesi consigliere della Congregazione di Carità, con compiti di soprintendenza alla Pia Casa degli Incurabili di Abbiategrasso e al Ricovero di Mendicità di Milano.
Presidente della Deputazione provinciale di Milano per quasi un ventennio, dal 1899 al 1918, l’avvocato Paolo Manusardi (1837-1918) ricoprì importanti incarichi ai vertici di alcuni tra i più prestigiosi istituti assistenziali milanesi, compresa la Congregazione di Carità, di cui tenne la presidenza dal 1892 al 1899.
Monsignor Antonio Limonta (1843-1921), figura di spicco nella Curia ambrosiana, ricoprì per circa un ventennio la carica di consigliere della Congregazione di Carità. Il 17 dicembre 1912 donò all’Ente otto cartelle di rendita italiana per il valore complessivo di 55.000 lire, al fine di aumentare gli assegni erogati a poveri di condizione civile.
Natale Zucchi (1844-1903), laureato in legge a Pavia, esercitò la professione di avvocato, affiancandovi ruoli in ambito pubblico e in seno all’amministrazione di numerose istituzioni assistenziali milanese. Delegato e poi consigliere della Congregazione di Carità di Milano, ne fu Presidente dal gennaio 1899 al mese di marzo 1900.
Girolamo Morpurgo (1847-1920), avvocato e filantropo di origine friulana e importante esponente della vita pubblica e civile cittadina, fu assessore alle finanze del Comune di Milano e per quasi un decennio consigliere della Congregazione di Carità.
Rebecca Berettini in Calderini (1847-1926) operò in varie attività assistenziali ed educative, s’impegnò nell’istruzione dei bambini e nella formazione professionale degli adulti. A inizio Novecento diventò la prima donna a ricoprire il ruolo di consigliere della Congregazione di Carità di Milano: durante il suo mandato presentò un innovativo progetto di riforma della beneficenza baliatica.
L’avvocato Carlo Bazzero Mattei (1850-1919) fu per pochi mesi consigliere della Congregazione di Carità: si interessò alle nomine dei delegati di beneficienza e della ristrutturazione di Palazzo Archinto.
Brillante avvocato d’idee radicali vicino agli ambienti della massoneria milanese, Camillo Rognoni (1851-1907) fu presidente della Congregazione di Carità di Milano dal 1900 al 1905. Promosse la nascita dei Ricoveri notturni gratuiti “Giuseppe Levi”, che guidò fino alla morte nel 1907.
Carlotta Clerici (1851-1924) era una insegnante elementare attiva in vari ambiti sociali, politici ed educativi: attenta alla questione femminile, promosse il voto alle donne e la tutela delle lavoratrici. Dal 1914 per un decennio fu consigliere della Congregazione di Carità di Milano: si occupò attivamente dell’Istituto dei Derelitti e favorì al suo interno l’istituzione della Casa dei bambini, un asilo basato sul metodo Montessori.
Avvocato, docente universitario, uomo politico e promotore di iniziative a carattere sociale, Luigi Majno (1852-1915) fu consigliere della Congregazione di Carità dal 1891 al 1893, occupandosi principalmente di cause legali relative a eredità e lasciti.
L’avvocato Cesare Branca (1852-1925), uomo di profonda cultura e amante della montagna, nel 1893 è designato nel Consiglio d’amministrazione della Congregazione di Carità: durante il suo mandato si occupa di trattazioni giuridiche, in particolare la procedura inerente all’eredità di Prospero Moisè Loira.
L’avvocato Edgardo Bronzini (1852-1933) fu consigliere della Congregazione di Carità a inizio Novecento, occupandosi di cause giuridiche di carattere ereditario promosse contro l’Ente e del miglioramento delle condizioni materiali e nutrizionali degli ospiti degli Istituti amministrati.
Il conte Emanuele Greppi (1853-1931), discendente dalla nota famiglia di finanzieri lombardi, accanto a un’intensa attività politica (fu deputato, senatore, sindaco di Milano) coltivò anche profondi interessi culturali ricoprendo la carica di presidente della Società Storica Lombarda. Nel suo testamento del 16 agosto 1930 beneficò la Congregazione di Carità, di cui era stato Presidente tra il 1924 e il 1928, con il legato di una proprietà terriera in Porta Vigentina a Milano.
L’avvocato Carlo Contini (1858-1920), impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori più poveri, è stato consigliere della Congregazione di Carità dal 1905 al 1908, spingendo per una sua riforma in senso progressista.
Cesare Nava (1861-1933), ingegnere architetto e uomo politico, rivestì anche importanti cariche amministrative private. Dal 1905 al 1908 presiedette il Consiglio d’amministrazione della Congregazione di Carità realizzando innovativi progetti e apportando modifiche di carattere tecnico, sanitario, previdenziale a programmi esistenti.
Ingegnere e uomo politico, Stefano Sioli Legnani (1862–1942) si interessò all’agricoltura e all’idraulica e progettò abitazioni civili per importanti committenti. A inizio Novecento per alcuni anni fu consigliere della Congregazione di Carità dedicandosi alle problematiche del territorio e dei beni rurali di proprietà dell’Ente.
Gemma Griffini in Muggiani (1865-1941) fu un’importante esponente dell’Unione Femminile e del Comitato contro la tratta delle bianche, e tra le promotrici dell’Asilo Mariuccia. Nel dicembre 1903 il sindaco Giuseppe Mussi la nominò consigliera della Congregazione di Carità, carica che mantenne per meno di un anno.
Monsignor Melchiorre Cavezzali (1865-1944), oblato diocesano e figura di spicco nella Curia di Milano, fu consigliere della Congregazione di Carità dal 1913 al 1921 e si occupò in particolare delle questioni religiose legate ai lasciti testamentari e agli oratori rurali di proprietà dell’Ente.
Cesare Sarfatti (1866-1924) nel breve periodo della sua presidenza alla Congregazione di Carità si accordò con il Comune per la riorganizzazione dell’assistenza alla prima infanzia e per la realizzazione di una sede unica dell’Istituto Inabili a lavoro, promosse accordi con altre istituzioni benefiche cittadine in merito agli organici del personale e favorì l’allestimento di mostre dedicate ai benefattori dell’Ente, come mezzo di divulgazione dell’attività svolta a sostegno dei più deboli.
Il professor Fabio Luzzatto (1870-1954) fu giurista, pubblicista e uomo politico. Combattente volontario durante la Prima guerra mondale fu insignito di medaglia al valor militare; antifascista, si rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al regime come docente universitario e, insieme ai figli, conobbe le persecuzioni razziali per le sue origini ebraiche. Fu consigliere della Congregazione di Carità tra il 1905 e il 1908.
Il conte Febo Borromeo d’Adda (1871-1945) fu Presidente della Congregazione di Carità dal 1909 al 1913: promosse la costruzione di una nuova sede del Ricovero di Mendicità, favorì il riordino dei locali adibiti a beneficenza, approvò nuove tabelle per gli organici dell’Ente e modificò i regolamenti amministrativi interni.
L’avvocato Ermanno Jarach (1872-1924) fu Presidente della Congregazione di Carità all’inizio del 1924: sebbene in carica per pochi mesi riuscì a favorire l’assetto delle finanze dell’Ente, ad apportare modifiche nelle attività degli ospiti dell’Istituto Derelitti e a stimolare l’attenzione sull’operato della Congregazione nei confronti dei più disagiati.
Alessandro Giulini (1873-1936), conte di Vialba e Villapizzone nonché conservatore della Biblioteca Trivulziana e uomo politico, fu dapprima consigliere (1911-1912) poi Presidente (1913-1914) della Congregazione di Carità: durante il suo breve mandato favorì l’istituzione del Consorzio d’assistenza alla prima infanzia.
Personalità rilevante del mondo finanziario italiano, deputato, senatore e sottosegretario alle Finanze, l’avvocato Giuseppe Bianchini (1876–1970) fu consigliere della Congregazione di Carità dal 1908 al 1911: s’interessò di vertenze giuridiche e favorì la revisione dello statuto dell’Opera pia agricola Lainati.
Andrea Tacchinardi (1884-1969) – insegnante, amministratore pubblico, studioso e “appassionato divulgatore della cultura” – fu consigliere dell’Eca di Milano dal 1952 al 1957: si occupò in particolare dell’Istituto post–sanatoriale Salvini e promosse nelle varie strutture amministrate attività e giornate culturali.
L’avvocato Edgardo Lami Starnuti (1887-1968), sindaco di Carrara, padre costituente e ministro della Repubblica, nel 1957 fu eletto Presidente dell’Ente Comunale di Assistenza di Milano, di cui curò la sistemazione finanziaria e patrimoniale, il riordino del regolamento generale amministrativo e la diffusione dell’operato.
L’avvocato Ezio Vigorelli (1892-1964) alla fine della Seconda guerra mondiale assunse la guida dell’Eca, prima come Commissario straordinario (1945), quindi come Presidente (dal 1946 al 1957). Fu anche un eminente uomo politico a livello nazionale: in particolare, presiedette la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla (1952-1953) e fu Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale dal 1954 al 1959.
L’avvocato Antonio Greppi (1894-1982) – scrittore e commediografo, partigiano e uomo politico, fu il primo sindaco di Milano dopo la Liberazione: dopo aver guidato la città negli anni della ricostruzione, in quelli del boom economico operò come consigliere (dal 1957 al 1962, durante la presidenza di Edgardo Lami Starnuti) e poi Presidente (dal 1962 al 1964) dell’Ente Comunale di Assistenza.
Personalità ecclettica, avvocato, studioso di psicologia giudiziaria e di filologia, autore di opere figurative e letterarie, Giovanni Luzzi (1901-1982) fu consigliere dell’Eca dal 1947 al 1951, assolvendo “con impegno ed avvedutezza” agli incarichi di Sovraintendente alla Ripartizione del Personale e all’Ufficio Legale.
Ezia Fiorentino (1911-2009), donna di cultura e di spiccato spirito cristiano e civico, ricoprì ruoli di notevole impegno nella Chiesa; in campo civile fu consigliere comunale a Milano, divenne Cittadina benemerita e dal 1957 al 1966 fu vicepresidente dell’Eca, con incarichi di sovrintendente all’Istituto di assistenza ai Minori.
Liana Lari (1912-2006) fu consigliere nel Comitato di Amministrazione dell’ECA con funzioni di sovraintendente agli uffici assistenziali di zona dal 1946 al 1951 e segretaria personale di Antonio Greppi, durante il suo mandato alla presidenza dell’Ente, dal 1963 al 1965. Dagli anni ’60 fece parte dell’amministrazione della Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di cui divenne anche Presidente, dimostrando capacità gestionali e amministrative.
Libera Callegari in Venturini (1912-2013), laureata in Chimica, nel secondo dopoguerra lavorò nel campo assistenziale, fece parte del Comitato direttivo dell’Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi) e dal 1946 al 1951 fu consigliere presso l’Eca, con l’incarico di sovraintendere alle scuole-ricovero. Abbandonato l’impiego alla Montecatini, si dedicò all’editoria.
L’avvocato Luisa Peroni in Mattioli (1918-1993), prima donna italiana a redigere e firmare una sentenza, si impegnò a migliorare la condizione femminile in campo sociale, famigliare e lavorativo; consigliere dell’ECA dal 1966 al 1971 prospettò la ripartizione del Servizio Legale dell’Ente fra assistenziale e amministrativo e si interessò all’attività assistenziale a favore dei minori.
Collezionista, mecenate, uomo politico ed ex partigiano, l’avvocato Paride Accetti (1921-1994) fu consigliere dell’Eca dal 1946 al 1951 prestando la sua collaborazione nelle questioni riguardanti il personale, le vertenze legali e l’amministrazione patrimoniale.