Girolamo Morpurgo, appartenente a una facoltosa famiglia ebraica, nasce a Gorizia nel 1847, primogenito di Abramo, banchiere, e di Rebecca Carolina Luzzatto; nel 1849 si trasferisce con i genitori a Udine, dove nel 1859 nascerà il fratello Elio.
Dopo il diploma al liceo classico Jacopo Stellini e la laurea in giurisprudenza conseguita a Padova nel 1872, Morpurgo si stabilisce con la moglie Fortunata Manzoli a Milano, dove esercita la professione di avvocato e si impegna nella vita civile locale, ricoprendo prestigiosi incarichi pubblici, che gli varranno importanti riconoscimenti, tra cui le nomine per decreto reale a Commendatore e a Grand’Ufficiale dell’ordine della Corona d’Italia.
Tra fine dell’Ottocento e inizio Novecento è esponente e talora presidente di numerose istituzioni cittadine: Consiglio di Disciplina dei Procuratori, Associazione Generale di M.S. degli Operai di Milano, Società contro l’accattonaggio e per l’assistenza ai poveri, Società Edificatrice di Case per operai, bagni e lavatoi pubblici, Società Umanitaria.
Studioso di questioni di previdenza e di assistenza, dal gennaio 1891 è consigliere della Congregazione di Carità di Milano, incarico che ricoprirà fino al 1899. Durante il suo mandato si interessa di vicende legali e finanziarie dell’Ente, supporta il Presidente nello svolgimento dei suoi compiti, rappresenta la Congregazione in varie assemblee, relaziona dettagliatamente sugli argomenti assegnati, sollecita interventi per la riqualificazione della Pia Casa di Abbiategrasso, i cui lavori si avvieranno poco tempo dopo.
Liberale moderato, è eletto nella Giunta provinciale amministrativa; dal 1905 al 1913 è assessore del Comune di Milano, attività che svolge con impegno e dinamismo specie nei settori della giustizia e dell’urbanistica; aperto ai problemi sociali promuove ardite riforme in materia finanziaria, come la tassa di famiglia e contribuisce al riassesto del bilancio comunale.
Divenuto esponente del Consiglio superiore della Previdenza e Beneficenza istituito presso il ministero dell’Interno, durante un soggiorno a Roma per motivi di lavoro muore improvvisamente l’8 marzo 1920; le esequie si svolgono a Milano a carico del Comune “quale omaggio a colui che dedicò tanta parte delle sua attività all’amministrazione civile”; la salma è sepolta al Cimitero Monumentale.
Il sindaco Emilio Caldara, nella seduta del Consiglio Comunale del 14 aprile 1920, commemora Girolamo Morpurgo ricordandolo come persona che “si occupò con grande amore delle principali questioni interessanti” la città, operando “per tanti anni e in molte pubbliche amministrazioni […] con profondità di cultura, con rara equanimità di giudizio e con assidua, diligente prestazione”. Nella stessa occasione Caldara ringrazia i famigliari del defunto, la seconda moglie Giovanna Tagliabue e i figli di lei Ernesta e Guido, che “in omaggio” al desiderio di Morpurgo assegnano al Comune 20.000 lire da erogare in beneficenza. Nel 1999 la figlia Ernesta Morpurgo Tagliabue, priva di eredi, dona un miliardo di lire alla Biblioteca Trivulziana affinché il padre “riviva nel ricordo dei milanesi”. A Girolamo Morpurgo verrà poi intitolata la sala di consultazione della Biblioteca Trivulziana.
(testo di Lorenza Barbero)