Luigi Majno nasce a Gallarate il 21 giugno 1852 da Pietro e da Gerolama Lovetti. Conseguita la laurea in giurisprudenza a Pavia, si trasferisce a Milano dove intraprende la carriera forense e con Edgardo Bronzini, suo coetaneo conosciuto durante il praticantato, apre lo Studio legale Bronzini-Majno.
Docente universitario, autore di numerosi saggi e articoli di carattere giuridico tra cui Commento ai nuovi Codici, Luigi Majno diventa in breve tempo per competenza e impegno uno dei penalisti più noti del capoluogo lombardo; attivo in vari settori e discipline, appassionato bibliofilo, figura di spicco della cultura cittadina ottiene negli anni numerosi riconoscimenti e incarichi pubblici: presidente dell’Ordine degli Avvocati, della Società italiana dei Giureconsulti, assessore all’istruzione, rettore dell’università Bocconi.
Pronto ad aiutare e a difendere i meno abbienti, contribuisce all’affermazione e allo sviluppo di vari organismi nel campo del lavoro, dell’assistenza e dell’educazione; notevole il suo apporto alla Società Umanitaria, istituzione filantropica con finalità di previdenza e assistenza, di cui sarà socio, consigliere e solerte presidente per vari anni, promuovendo iniziative quali la Scuola del libro, l’Università popolare, il Consorzio delle Biblioteche popolari, la Scuola d’arte e mestiere, gli uffici degli emigranti e dando vita, insieme a Luigi Della Torre, a esempi di edilizia popolare, con annesse strutture educative, come i primi quartieri operai di via Solari e di viale Lombardia a Milano.
Nel 1883 sposa la sorella di Edgardo Bronzini, Ersilia, da cui avrà i figli Edoardo, Carlotta e Mariuccia; affiancato dalla moglie, promuove istituti a carattere sociale, tra cui le fondazioni della Clinica del lavoro e dell’Asilo Mariuccia, dedicato alla memoria dell’ultimogenita prematuramente scomparsa e destinato all’accoglienza delle giovani vittime di disagi e violenze.
Nel gennaio 1891 viene nominato amministratore della Congregazione di Carità cittadina: Luigi Majno opera come consulente legale della Commissione di beneficenza fino alle dimissioni nel 1893; favorevole alla cessazione del Servizio Legale esterno, interviene in particolare sulle questioni relative al domicilio di soccorso del Ricovero di Mendicità e all’erogazione dei legati di beneficenza soggetti a concentrazione.
Lasciato l’insegnamento accademico, prosegue con l’attività forense e si avvicina al movimento socialista riformista di Turati, di cui diventa amico condividendone gli orientamenti culturali e politici; dopo i tragici fatti di Milano del 1898, da lui severamente condannati, lo difenderà e sosterrà con la sua attività professionale, ottenendo ampie simpatie fra la popolazione, che alle elezioni del giugno 1900 lo eleggerà Deputato nella XXI legislatura e consigliere comunale a Milano.
La sua azione politica illuminata ed efficace, che gli conferisce ulteriore popolarità e prestigio si conclude nel 1914, quando ottenuta la maggioranza dei voti e nonostante le forti pressioni, rifiuta la carica di Sindaco adducendo motivi di salute.
Il 9 gennaio 1915 Majno muore improvvisamente nella sua casa di via Pietro Verri 7: le sue ceneri sono custodite al Cimitero Monumentale. Nella successiva seduta del Consiglio d’amministrazione della Congregazione la sua figura sarà rievocata per “le somme doti di mente e di cuore” e il “fervido amore che in tutta la sua vita egli portò alle sorti degli umili e dei diseredati”.
(testo di Lorenza Barbero)