Carlo Tagliabue nacque il 6 dicembre 1888 in una famiglia di agricoltori, che risiedeva presso la Cascina Fiorentina di Morimondo.
Diplomatosi ragioniere, nel 1909 fu assunto come impiegato presso la Pia casa degli Incurabili di Abbiategrasso, dove percorse i vari i gradini della carriera amministrativa, fino a diventare direttore nel 1923, carica che mantenne fino al 1946.
Durante la sua direzione diede un ulteriore impulso all’attività lavorativa dei ricoverati, valorizzando le attitudini di ciascuno: “se uno non si sente utile, si lascia morire” era una delle sue massime preferite. Grazie al lavoro dei ricoverati, inoltre, la Pia Casa raggiunse la pressoché totale autonomia economica.
Accanto alle occupazioni tradizionali alle quali erano addetti gli ospiti “abili” al lavoro (produzione di cartonaggi e di stuzzicadenti, tessitura, sartoria e calzoleria), vennero allora ad aggiungersi quelle legate all’azienda agricola dell’Istituto, presso i poderi Pulice, Pellizzera e l’ortaglia dell’Annunciata.
A questo proposito si rivelarono estremamente preziose le conoscenze agronomiche che Tagliabue aveva acquisito durante la giovinezza trascorsa in cascina. Dall’allevamento di bovini, sceltissimi, si otteneva latte che serviva sia al consumo interno dell’Istituto sia alla vendita. Per la prima volta in zona venne inoltre realizzato il trapianto del riso e si introdusse la piscicoltura in risaia.
Al nome di Tagliabue è legato anche un episodio di grande umanità: il salvataggio dalle persecuzioni antiebraiche di una trentina di donne, che egli fece nascondere fra gli ospiti della Pia casa durante l’ultimo anno della seconda guerra mondiale.