Nato nel 1852, Emilio Franchi era figlio di Giuseppe (1816-1880) e di Marta Lanfranchi (1832-1910). Nel 1874 si laureò in ingegneria civile al Politecnico di Torino. Nel 1879 iniziò a collaborare col padre nella gestione dell’Agenzia di Pavia della Congregazione di carità, assumendone la direzione “prescindendo dalle formalità di concorso” nel 1881.
Emilio Franchi svolse l’incarico di agente per oltre quarant’anni, senza peraltro trascurare l’impegno in seno a importanti istituzioni pavesi. Il suo nome rimane infatti «indissolubilmente legato alla vita pubblica della città»: fu presidente del Consiglio Ospitaliero, rappresentante del comune nel Consorzio universitario, nella direzione del Teatro Civico, nella Commissione edilizia, in quella delle imposte e nel patronato fondato da Carlo Barilati, presidente del Consiglio d’amministrazione del Collegio Ghislieri (1893-1904), consigliere provinciale eletto nel 1902 e nel 1910, assessore, consigliere municipale e per due volte sindaco radicale di Pavia (1889-1890, 1910-1914), contribuendo a ridisegnare il volto della città tramite iniziative per il miglioramento della viabilità, dell’edilizia pubblica, della navigazione interna e dei servizi. Per la solerzia dispiegata nello svolgimento di questi incarichi, il 6 luglio 1911 fu insignito del titolo di commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e l’anno successivo di quello di ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro «in riconoscimento specialmente delle benemerenze acquistate per la costruzione del ponte sul Po alla Becca», inaugurato il 7 luglio.
Erede del dottore Luigi Felice Maggi (1804-1887), nel 1887 ne volle assumere il cognome, dando così origine alla famiglia Franchi Maggi. Nell’aprile 1888 si unì in matrimonio con Bianca Casorati (1864-1940), figlia del matematico Felice (1835-1890), da cui ebbe due maschi, Giuseppe (1890-1918) e Felice (1900-1979), e una femmina, Maria (1891-1968) andata in sposa all’ingegner Cesare Gabba (1880-1949). La vita privata di Emilio Franchi Maggi fu profondamente segnata dalla scomparsa in guerra del primogenito, ingegnere e tenente del genio, medaglia d’oro al valor militare, morto ventottenne sul fronte dell’Aisne il 29 settembre 1918. In memoria del giovane, il padre volle costituire una fondazione, eretta in ente morale con regio decreto 25 maggio 1919, avente per scopo la distribuzione di borse di studio in favore di studenti appartenenti a famiglie di combattenti pavesi, privilegiando quelle di caduti e mutilati.
Emilio Franchi Maggi cessò il servizio presso la Congregazione di Carità nel 1921; la gestione dei beni dipendenti dall’Agenzia di Pavia fu a quel punto richiamata in sede e affidata a due ingegneri d’ufficio, Cesare Gabba e Giuseppe Fratino.
Emilio Franchi Maggi morì nella sua città il 27 dicembre 1925 dopo breve malattia. Nelle sue ultime volontà decise di commemorare ancora una volta il figlio, destinando un legato di 40.000 lire alla fondazione a lui intitolata.
(testo di Maria Cristina Brunati)