L’opera pia fu istituita in esecuzione delle ultime volontà del conte Sebastiano Mondolfo (1796-1873), banchiere e uomo d’affari, che si era distinto anche come generoso filantropo sostenendo l’Istituto dei Ciechi di Milano – di cui dal 1868 fu presidente a vita – e fondando a proprie spese nel 1872 l’annesso Asilo Mondolfo per i ciechi che, terminata l’educazione nell’Istituto, avessero ancora bisogno di assistenza. Nel testamento del 21 ottobre 1872 il benefattore prevedeva un legato di 25.000 lire a favore della Congregazione di Carità di Milano, aumentato a 400.000 nel codicillo del 10 marzo 1873 con la prescrizione di istituire “una speciale Opera di Carità, destinata in sussidio ai figli di quelle famiglie di impiegati poveri, ma conservanti il carattere di civiltà, che per la morte del padre o per particolari circostanze offrono alla Congregazione motivo di essere considerati meritevoli di soccorso”, in particolare “impiegati dello stato, del Comune, delle Opere Pie regolate secondo la legge delle Opere Pie, degli Stabilimenti Bancari”, oppure “officiali dell’esercito e loro parificati”. Era condizione per l’ammissione al sussidio la nascita o il decennale domicilio in Milano; ai figli maschi sarebbe stata assegnata una borsa di studio (“di collegio”) fino a un importo massimo di 1.200 lire, alle femmine una dote di 1.000 lire “all’atto del loro collocamento in matrimonio”, dote da erogare “nell’acquisto di oggetti di biancheria, suppellettili di casa e istrumenti di lavoro”.
L’eredità Mondolfo, e quella successiva di Rosa Susani Carpi, consentirono alla Congregazione di Carità di ampliare considerevolmente la propria azione nel campo dei “sussidi a scopo d’istruzione”.
L’erezione in ente morale della nuova opera pia e l’approvazione del suo Statuto organico furono concesse con il R. D. del 9 agosto 1874, n. 1435. Nello Statuto organico definitivo – approvato con R. D. del 16 dicembre 1878, n. 2496 – al capitale dell’Opera pia Mondolfo fu aggiunto il cespite proveniente dal legato disposto dal benefattore Luigi Imperatori (morto il 2 gennaio 1873) con testamento del 16 dicembre 1872 e dalla rendita pubblica corrisposta all’Ente dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde quale corrispettivo per la cessione del diritto di proprietà sulla chiesa di San Giuseppe a Milano. Dieci anni più tardi pervenne un ulteriore legato, disposto dal conte Carlo Angiolini Clericetti con testamento del 17 agosto 1885.
In considerazione della natura parzialmente dotale dell’opera pia, negli anni Cinquanta del Novecento la Prefettura non poté accogliere la proposta dell’Eca di trasformarne il fine fondendola nei Luoghi Pii Elemosinieri; ciò poté invece accadere quando, una volta soppressa l’Opera Nazionale Orfani di Guerra (1979), cessò lo scopo dell’assistenza agli orfani stessi.
L’Opera pia Mondolfo cessò di esistere in seguito a deliberazione della Giunta della Regione Lombardia del 6 febbraio 1998 n. 34505.
(da Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano, pp. 354-355)